L’ INTERVISTA : ALICE GAMBARELLI La First Lady rossoblu

Dirigente Sportivo dell’ Atletico Castellazzo, organizzatrice di campionati e tornei di calcio a 5, Presidente del comitato provinciale Opes (Ente promozione sportiva riconosciuto dal CONI) di Reggio Emilia, oltre che mamma di una giovane calciatrice di 13 anni che milita nelle giovanili del Sassuolo e compagna del giocatore/presidente Matteo Merli.
Una vita nel pallone dove spesso è costretta ad usare unghie e denti per farsi rispettare da un mondo fortemente maschile e ancora non pronto ad una figura che invece dei classici 13 indossa il tacco 10 e nonostante questo ti può rispondere per le rime e discutere se l’ ultima azione fosse fuorigioco o meno. Cura i conti della società e coccola i suoi giocatori con la frutta fresca nell’ acqua ghiacciata durante la preparazione di inizio stagione ad agosto o con i suoi imbattibili “bomboloni” di The rovente durante la gare invernali a ritemprare i giocatori tra un tempo e l’ altro.
Dolce, decisa e sopratutto chiara, un DS che senza tanti giri di parole dice sempre quello che pensa senza badare tanto a convenevoli o frasi di circostanza, insomma uno di quei dirigenti ai quali è meglio non far perdere la pazienza….e durante una partita non ditegli mai di stare a casa a fare le lasagne….potrebbe non prenderla troppo bene.


La prima domanda è quasi d’ obbligo, come c’è finita una donna a fare da direttore sportivo di una società di calcio maschile ?

Tutto iniziò nel 2012, come collaboratrice ad un torneo di calcio a 5 il Trofeo Salvaterra (quest’ anno alla sua decima edizione) teoricamente mi dovevo occupare del bar, ma era più facile trovarmi a bordo campo a parlare con gli arbitri e i giocatori delle partite, che dietro al bancone ! Così dall’ anno dopo iniziai a cimentarmi sempre di più nell’ organizzazione e nel 2014 il grande passo mettendomi in gioco con un vero e proprio campionato di calcetto l’ RT League (campionato Provinciale Opes Reggio Emilia). Tutto questo sempre affiancata dal mio compagno/presidente/socio Matteo Merli, senza di lui nulla sarebbe stato possibile.
Nel 2017 l’ idea di formare una squadra di calcio a 11 inizia a stuzzicarci, c’è il gruppo di persone giuste ed ecco che nasce finalmente una vera e propria dirigenza…ognuno mette del suo nel progetto, un alchimia di esperienze, progetti, sogni e speranze veramente unica.

Per chi non lo sapesse, cosa comporta essere il dirigente dell’ Atletico, quali impegni e responsabilità comporta gestire una squadra amatoriale ?

Come pensano in tanti io non lavo le mute (ci pensa la lavanderia), non sono una massagiatrice (ci pensano i fisioterapisti nel caso di bisogno), questo per chiarire quanto alto sia il livello di maschilismo generale nel connubio calcio/donne. Io mi occupo di tutta la contabilità e l’ amministrazione, ma sono anche presente a tutte le partite in qualità di dirigente sportivo, affianco il Mister, mantengo i rapporti con gli arbitri e capita che recupero anche i palloni usciti dal campo, praticamente adempio a tutti i doveri come qualsiasi altro dirigente di sesso maschile. Mi piace coccolare i miei “ragazzi” con frutta fresca in estate, the caldo speciale in inverno, torte per le cene e foto sportive (che sono una mia passione). Sono anche quella che fa i “cichetti”, se uno non si presenta con la felpa ufficiale e che ogni tanto li richiama all’ ordine.

Dopo ormai un anno e mezzo in rossoblu quale ricordo più bello a livello sportivo e anche umano ti è rimasto impresso ?

A livello umano mi ha dato molto, sopratutto le divergenze a livello dirigenziale mi hanno aiutato a confrontarmi e ad aprire un’pò di più i miei orizzonti, pur rimanendo una persona molto testarda e decisa. A livello sportivo…la nostra promozione in serie A !

Essere una donna in un mondo fortemente maschile è più facile nei rapporti con istituzioni piuttosto che arbitri ed avversari o complica le cose ?

Essere una donna in questo mondo è difficilissimo, i commenti spesso infelici e gli sguardi dubbiosi degli avversari ma anche dei giudici di gara, e dei gestori degli impianti sono all’ ordine del giorno, ma io ho il mio regolare tesserino dirigente ed è un mio diritto e dovere stare a bordo campo. Sono una con la risposta pronta, difficilmente rimango zitta a parte quella volta in cui un arbitro mi disse come mai non avessi niente di meglio da fare che esser li e che sua moglie alla sera aveva di meglio da fare che stare a seguire una partita di pallone…essendo un direttore sportivo ho preferito non rispondere, non volevo giocarmi il mio primo cartellino rosso (a tal proposito pare ci siano delle scommesse clandestine all’ interno dello spogliatorio su quanto il primo rosso sarà sventolato al DS Gambarelli).

Hai la fortuna di vivere e condividere alcuni momenti che pochissime compagne o mogli dei giocatori hanno mai provato come l’ appello prima di una gara piuttosto che vivere la partita dalla panchina, cosa ti emoziona di più ?

Il clima che c’è negli spogliatoi prima della partita credo che non si possa descrivere, è un emozione unica e rimane il mio momento preferito, prima che entri l’ arbitro per l’ appello… c’è chi si concentra in silenzio, chi fa i suoi riti scaramantici, chi cerca di stemperare la tensione delle battute…un insieme di individualità unite per il  raggiungimento di giocare una bella partita al di la del risultato.

L’ anno scorso promozione al primo colpo dall’ Open B all’ Open A , quest’ anno quest’ Atletico dove può arrivare secondo te ?

La serie A è decisamente un altro livello inoltre il nostro girone è ricco di avversari molto forti, credo che una metà classifica sia il minimo a cui aspirare con l’ Atletico.

Progetti per il futuro ? Qual’è il futuro di questa società ? Cosa bolle in pentola negli anni a venire ?

Progetti e sogni ne abbiamo tanti, dall’ avere un nostro impianto sportivo al mettere insieme una squadra di Juniores se non addirittura partire dalla scuola calcio. Questo progetto è formato da un gruppo solido di persone uniche e speciali e grazie alle loro competenze e passione riusciremo piano piano a realizzare tutti i nostri desideri.

Fare da DS, dirigente, contabile ecc….con anche una casa e una famiglia da mandare avanti ed un lavoro sicuramente non è facile, il gioco vale la candela ? Alla fine le soddisfazioni ripagano il tanto tempo impegnato in questa causa ?

Si. Certo non è facile incastrare tutto è spesso complicato, ma con una buona organizzazione si può riuscire a fare tanto.

Una squadra di calcio da gestire, una figlia di 13 anni che gioca a calcio, un compagno che gioca a calcio con anche lui una figlia di 10 anni che….strano a dirsi gioca a calcio ! la tua settimana tipo è ordinaria amministrazione o pura follia ?

La mia settimana tipo è fatta da sacche che girano per casa, tacchetti da controllare che siano puliti (ognuno si occupa della sua roba, non sono la Colf).
Per fortuna le nostre “ragazze” hanno allenamenti e partite pomeridiane, mentre gli impegni dell’ Atletico si svolgono in serata.
Mi sdoppio e a volte sono stanca, ma solo una volta ho considerato di lasciare la dirigenza a causa di una problematica che abbiamo tirato troppo avanti nel tempo, per fortuna degnamente risolta.

Cosa il mondo del pallone ti ha regalato e magari ti ha insegnato, ma sopratutto cosa dovrebbe prendere il calcio dall’ universo femminile per migliorarsi ?

Il mondo del pallone mi ha regalato uno splendido tatuaggio, la fenice simbolo dell’ Atletico, promessa ai ragazzi in caso di promozione in serie A ! Scherzi a parte ( il tatoo però l’ ho fatto veramente ) da questo mondo ho molto da imparare, io non ho mai praticato sport di squadra, e questa è un esperienza per me unica.
Il calcio per migliorarsi dovrebbe prendere un’pò dell’ organizzazione dell’ universo femminile, vedo tanta approsimazione in certe organizzazioni anche a livello istituzionale. Aggiungo che l’ universo femminile a sua volta potrebbe imparare dal calcio lo spirito di squadra e la solidarietà verso il gruppo che spesso a noi donne manca.

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