L’ INTERVISTA : GIULIO MODENA “THE WALL”

TUTTI HANNO UN NUMERO UNO, NOI A CASTELLAZZO ABBIAMO THE WALL

Una chiaccherata per conoscere meglio il nostro portiere.
Classe 1983, 1.85 per 70 chili, una carriera nata quasi “per caso” come ci racconta lo stesso Modena, era il 2000, ai tempi il primo amore era il Basket, poi ad un torneo di calcetto a Rubiera (il Wimbledon) viene reclutato tra i pali all’ ultimo momento perchè manca il portiere, da li si nota subito la sua predisposizione a questo ruolo e nasce l’ amore per la porta.
Carattere vulcanico, così come le sue parate improvvise, è indubbiamente uno dei punti fermi e dei più importanti artefici nella promozione della passata stagione che ha regalato l’ Open A ai colori rossoblu.
Dopo l’ esordio casuale sopracitato la sua vera avventura inizia nel settore giovanile del San Faustino culminata con le prime presenze in prima squadra ai tempi militante in terza categoria, a vent’ anni si trasferisce alla polisportiva Venezia sempre in terza, l’ anno dopo inizia un lungo girovagare tra seconda e terza categoria con le maglie di Sporting Reggio (tre anni), Gazzini, poi un anno in seconda categoria con il Puianello ricco di presenze per poi passare al Castelnovo 02 (terza categoria) dove però non trova il giusto clima per proseguire e a metà anno decide di passare a Rubiera sponda Rubiera United (seconda categoria) dove resta per 4 anni, terminata questa esperienza un’pò stanco e deluso per un anno e mezzo lascia il suo ruolo decidendo di proseguire solo con gli allenamenti fino alla chiamata dell’ Atletico dove ha potuto rimettersi in gioco e dedicarsi a quello che più ama, parare, parare e ancora parare sbattendo la porta in faccia ai malcapitati avversari che si devono poi sorbire anche le sue esultanze da Wrestler indemoniato.  Lui è Giulio “The Wall” Modena, o meglio Giulione l’ estremo difensore della porta dell’ Atletico Castellazzo.

Tante squadre nel tuo passato, da un anno e mezzo indossi la casacca numero uno dell’ Atletico scendendo di categoria, l’ inizio del canto del cigno o una scelta personale di vita ?

Una scelta di cambio di vita dettata anche da certe condizioni in famiglia come il fatto che sono diventato Papà, ma anche per una rivincita personale.

Com’è stato il passaggio dalla categoria agli amatori ? è stato più facile o difficile calarsi in questa nuova realtà ?

E’ stato molto difficile, rischi di cadere in quel giochino dove dici “cazzo io ho giocato in categoria sono piu forte, di un altra categoria”, invece ti accorgi che devi correre e sudare anche qui.

Il portiere è un ruolo solitario, a volte anche crudele con la prestazione decisa da un unico intervento che può farti passare dalle stelle alla stalle in un attimo, come ci si prepara al meglio ad una gara ?

In effetti si ricordano solo le cappelle o gli errori, io mi isolo da tutto appena c’è il fischio iniziale dell’ arbitro, entro in un mio mondo.

Sei scaramantico ? ci sono dei gesti o dei riti pre partita che non devono mai mancare ?

Segno della croce e basta.

Da inizio dicembre l’ Atletico ha una nuova guida in panchina, un tuo ex compagno di reparto, Denny Sandrolini, che spesso ha fatto da ultimo ostacolo agli avversari davanti alla tua porta, come valuti questi tre mesi del suo lavoro da allenatore ?

Subito onestamente ero scettico dopo l’ esonero di mister Guandalini. Le autogestioni di solito sono un buco nell acqua però mi devo ricredere, Denny si è rivelato un allenatore molto preparato, ora è molto importante per noi giocatori seguirlo nel migliore dei modi.

Tante le tue parate decisive nel corso di questo anno e mezzo, ne ricordi una in particolare ?

Quella dell’ anno scorso in casa a Sabbione contro il Circolo Ligabue ( 5° G. Open B: 17/10/2016 Atletico Castellazzo – Circolo Ligabure 1-1), ho eseguito tutto perfettamente sia il movimento che il riflesso. Sembrava un gol praticamente fatto, qualcuno già aveva iniziato ad esultare…

Un portiere come te, considerato un lusso per gli amatori, avrà sicuramente ricevuto proposte interessanti da quando hai deciso di rimetterti in gioco, perchè decidere di restare in questa squadra ?

Perchè qui mi sento come a casa mia, qualcuno mi ha cercato e voluto.

C’è un momento, una partita da quando indossi questi colori che conservi con affetto e ricorderai per sempre ?

Lo Spareggio decisivo per salire in Open A contro il Fogliano (Ottavi di finale 22/05/2017 GS Fogliano – Atletico Castellazzo 1-1 ; 2-4 Dopo calci di rigore). L’ abbraccio a fine partita con il Presidente Merli, penso che non ci sia altro da aggiungere.

L’ impatto con l’ Open A si è un’pò fatto sentire, un girone molto equilibrato con partite sempre aperte e combattute fino all’ ultimo minuto, ti aspettavi questo cambiamento con il salto di categoria ? Dove può arrivare questa squadra secondo te ?

Sono partite tutte difficili, tutte finali. Bisogna stare sempre sul pezzo e ci salveremo con tranquillità. Parlare di playoff quest’ anno mi sembra un’pò esagerato, voliamo basso e pedaliamo ci sara tempo per quello.

Progetti per il futuro ? Pensi e speri di concludere la carriera con questa maglia o ti piacerebbe prima di appendere i guanti al chiodo ritentare l’ esperienza in una categoria superiore ? E terminato il tuo percorso da giocatore chiuderai con il mondo del calcio o ti piacerebbe proseguire magari in veste di dirigente o ancora meglio di preparatore dei portieri sempre con questi colori ?

Ma guarda io finirò sicuramente la mia carriera qui all’ Atletico, qui ripeto sono come a casa mia. Quando capirò che fisicamente non riesco più allora quello sarà il momento, per adesso mi sento THE WALL e ricordo ancora che The Wall è duro da abbattere, se qualcuno mi chiederà di fare il preparatore un giorno si valuterà anche quella proposta, per adesso The Wall è pronto a fare quello che sa fare meglio cioè parare e far credere per un attimo agli avversari che è gol, e invece no ….. The Wall c è…!!

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